venerdì 2 settembre 2016

Recensione: "HARRY POTTER AND THE CURSED CHILD"

Buongiorno mie cari lettori, il blog si è preso una lunghissima pausa estiva ma ora siamo tornati più carichi di prima!
Chissà poi perché settembre è considerato l'inizio del nuovo anno (quando teoricamente non lo è), fatto sta che con questa prima recensione si ricomincia e ci saranno tantissime novità qui sul blog.
Le vacanze estive sono state produttive per quanto riguarda i libri letti, alcune scoperte e qualche piccola delusione; ma nonostante questo ho davvero tantissime cose da dirvi!
Oggi, secondo giorno di Settembre, si torna super carichi con la prima recensione "autunnale"; il libro di cui vi parlo oggi deve ancora uscire in Italia ma ci tenevo a darvi la mia opinione!
La smetto di blaterale e parto subito!
Vi avviso che la recensione conterrà un minimo di spoiler, quel poco che basta per poter mettere in chiaro tutte le carte, niente di eccessivo, cose che si leggono fin dalle prime pagine del libro!! (Siete avvisati)
Titolo: HARRY POTTER AND THE CURSED CHILD
Autore: J.K ROWLING, JOHN TIFFANY, JACK THRONE
Prezzo: 20 sterline
Anno di pubblicazione: 31 Luglio 2016
Aspetto questo libro da circa un anno e quando ho scoperto che anche la Salani aveva deciso di pubblicarlo il 24 Settembre la mia gioia è stata immensa.
Nonostante la mia decisione di leggere il libro in italiano, per paura di perdermi qualche cosa, mi sono ritrovata da Waterstone il 31 Luglio, davanti ad un tavolo stracolmo di questi libri tutti al 50% di sconto, potevo mica lasciarlo li?
Dopo un momento di indecisione, un po' per paura della lingua e un po' dovuta alla troppa emozione di rituffarmi nel mondo che mi ha accompagnata e che ancora mi accompagna nella vita, ho deciso di iniziarlo.
Mi aspettavo davvero grandi cose da questo volume ma sfortunatamente quando ho chiuso il libro, mi sono ritrovata con un po' di amaro in bocca.
Partiamo dalle origini, per chi ancora non lo sapesse, questo qui non è un vero e proprio romanzo, è uno script dello spettacolo teatrale che si sta tenendo a Londra in questo periodo.
E' difficile parlarvi di questo libro senza fare un po' di spoiler, necessario, per far capire i punti lacunosi che il libro si porta dietro.
Quando iniziamo a leggere, ci ritroviamo sul binario 9 e 3/4, esattamente 19 anni dopo la battaglia di Hogwarts e se siete un minimo appassionati della saga, vi renderete conto che è esattamente lo scenario con cui ci a salutati la cara zia Jo nel settimo volume.
Harry Potter accompagna il figlio più grande e quello più piccino, Albus, alla fermata del treno. Il piccolo di casa è spaventato, ma papà Harry lo rassicura e lo invoglia a partire per questa nuovissima esperienza che gli cambierà la vita.
Fin dalle prime pagine si capisce che il protagonista di questo nuovo libro sarà Albus, il figlio di Harry e Ginny, un ragazzino che si ritrova a dover fare i conti con la grandezza di un padre che ha salvato il mondo magico, il prescelto, colui che ha sconfitto Voldemort.
Questa cosa proprio non va giù al giovane Albus, come può essere all altezza del padre? Come può solo avvicinarsi a ciò che lui ha fatto?
Per questo motivo il rapporto tra Albus e Harry inizia ad inclinarsi, il figlio inizia a pensare che il padre sia una brutta persona, un uomo che fin da piccolo ha sempre pensato a se stesso fregandosene delle conseguenze e delle persone che potevano morire a causa sua.
Ma sorvoliamo, alla fin fine può capitare di entrare in competizione con la figura di riferimento, questo è un rapporto che può venirsi a creare tra genitori e figli. Alla fine dei conti, Albus si carica di responsabilità e pensieri che un ragazzino di soli 10 anni non dovrebbe avere.
Albus va ad Hogwarts, viene smistato nella casa di Serpeverde  e conosce  Scorpius Malfoy con cui fin dal primo momento stringerà un forte legame di amicizia.
Questo colpo di scena, forse un po' prevedibile, porterà il rapporto tra padre e figlio ad una rottura. Albus inizierà ad avere un atteggiamento ostile; circondato da persone che non si capacitano di questa scelta fatta dal cappello parlante, riverserà tutto il suo risentimento sul padre.
Harry, cresciuto senza una vera figura di riferimento, senza genitori capaci d'insegnargli l'amore, si ritroverà in difficoltà. Alcune volte pronuncerà parole forti nei confronti del figlio, non è facile fare il genitore ed Harry lo sa. Ha paura perché cresciuto in un ambiente ostile circondato da persone che lo detestavano e ha paura di fare lo stesso anche lui.
Questo lato di Harry mi ha commossa, ha ragione, si ritrova ad affrontare una situazione nuova e difficile e non sa bene come comportarsi.
Ma riprendiamo in mano le redini del discorso principale, Albus stringe amicizia con Scorpius  un piccolo nerd, un personaggio carismatico, divertente, sempre pronto all'avventura e generoso. 
Una perfetta spalla, l'amico che tanti di noi vorrebbero. E' un personaggio davvero ben caratterizzato  (per quanto uno script teatrale può caratterizzare) che riesce a conquistarti fin dalle prime pagine, cosa che non si può certo dire di Albus Potter.
Ma torniamo a noi, i due ragazzi scoprono che esiste ancora una giratempo (ormai illegale) e decidono, grazie ad un idea poco brillante del nostro Albus, di tornare indietro nel tempo e di sistemare quello che, a suo avviso, aveva rovinato il padre.
Tornano così al Torneo Tre Maghi e invece di sistemare le cose combinano un guaio dopo l'altro, causano danni che si ripercuotono nel futuro.
Non potendo spoileravi l'intero libro sono costretta a non entrare nei particolari ma ci tengo a fare una precisazione: l'utilizzo della giratempo era stato ben spiegato nel corso del quarto libro e per qualche strana ragione all'interno di questo libro le cose vengono un po' stravolte.
Ma nonostante questi particolari ancora poco rilevanti ecco che ci ritroviamo a leggere la cosa più bislacca di tutto il libro: Voldemort ha avuto un figlio e l'erede e qui tra noi.
Fino a qui ci potrebbe anche stare dai (se ci impegniamo e ci sforziamo ad accettare proprio tutto), ma quando alla fine del libro si scopre chi è la madre di questo fantomatico erede, le braccia cadono e verrebbe voglia di buttare il libro dalla finestra.
Ma come è possibile questa cosa, quando sarebbe successo poi?


Ciò che critico di questo libro è l'insieme di idee bizzarre, poco credibili che ci ritroviamo a leggere per tutte le 300 pagine. 
Il personaggio di Albus l'ho trovato odioso, noioso, delle volte "cattivo" nei confronti del padre (che poi magari sono io che ci trovo tutti i difetti possibili ed immaginabili perché proprio non lo reggo).
Ciò che invece mi è piaciuto è stato ritrovare i vecchi personaggi, dopo 19 anni, nelle loro nuove vite, i loro lavori, i loro pensieri.
Maturi ma sempre loro, un Ron Weasley sempre pronto alla battuta, una Hermione perfetta nel suo nuovo lavoro, determinata, autoritaria ma amorevole con i figli.
Harry, dopo tante disavventure svolge un lavoro che ama, ha una bella famiglia ed è un uomo consapevole di ciò che fa e di chi è.
E' bello ritrovarsi nel mondo creato dalla Rowling ma le tante cose sconclusionate, i continui salti temporali presenti all'interno del libro, rendono il tutto completamente distaccato ai sette volumi precedenti.
Un vero peccato, potevano creare qualcosa di bello e più lineare ma sfortunatamente non è stato così.
Secondo me i continui salti temporali sono perfetti per uno spettacolo teatrale, ma forse per un libro risultano un po' fastidiosi e tendono a creare confusione.
Nonostante la parziale delusione per quello che ho letto, non mi sento di bocciare a pieno il libro. Sarà troppo clemente con questa saga? Probabilmente si, ma non ho il coraggio di criticare completamente ciò che ho letto.
Perché nonostante tutto, tornare a casa è sempre bello no?

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