La recensione l' ho scritta due minuti dopo che ho finito il libro, non sono stata molto la a rileggerla.. volevo un flusso continuo di pensieri e cos' è stato!
Non sto qui a dilungarmi, vi dico solo che questo libro è bellissimo e ve lo consiglio con tutto il cuore!
Titolo: Yellow Birds
Autore: Kevin Powers
Casa Editrice: Einaudi, Stile libero Big
Numero pagine: 192pg.
Prezzo di copertina: 17,00 euro
TRAMA
Partiti a diciott’anni. Talmente impreparati, talmente
ingenui da credere che insieme ce l’avrebbero fatta.
Bartle è devastato dal senso di colpa. Per non avere
impedito che Murphy morisse. Per non essere riuscito ad attenuare la brutalità
e l’orrore della guerra.
Ora che è tornato a casa, vede Murphy ovunque. Insieme alle altre immagini dell’Iraq: i cadaveri che
bruciano nell’aria pungente del mattino, i proiettili che si conficcano nella
sabbia, le acque del fiume che ha inghiottito il loro sogno. E il tormento per
la promessa che non ha saputo mantenere non gli da pace.
IL MIO PENSIERO
Avevo bisogno di parlare di questo libro subito, appena
finita l’ultima pagina, per cercare di intrappolare i miei pensieri e i miei
sentimenti in qualche riga buttata qui..
Non so bene come farò a parlarvi Yellow birds, ci sarebbe
molto da dire, ma forse le parole non bastano.
Yellow birds è uno di quei libri che ti entra dentro, si
insinuano nel tuo cuore e quando meno te lo aspetti te lo strappano, come
quando si strappa un cerotto da una ferita ancora aperta.
Le parole con cui ci viene raccontato questo pezzo di vita
sono poesia, non c’è altro modo per descrivere questo libro.
La storia è quella di due giovani militari, Bartle e Murphy;
il loro obiettivo è tornare a casa vivi dalla guerra.
Solo Bartle riesce nell’impresa, ma è davvero ancora vivo?
Beh fisicamente si, la guerra lo ha risputato nel mondo
“reale” solo con qualche graffio in superficie, ma nel profondo, si nasconde
qualcosa di terribile, qualcosa che lo sta distruggendo.
Non è più lo stesso ragazzo di prima, adesso è un uomo.
La storia ci viene raccontata attraverso salti temporali,
passiamo dall’anno in cui si trova in guerra, all’anno in cui è tornato a casa,
attraverso le sue parole veniamo
catapultati in Iraq, ma la cosa diversa, dai soliti racconti di guerra è che ci
troviamo a viverla attraverso gli occhi di un giovane soldato, dei rapporti che
stringe con i suoi compagni e con il suo superiore, con le emozioni che lo
investono ogni volta che prende in mano un fucile e che, attraverso
l’obiettivo, mira la sua preda.
Dopo aver letto il penultimo capitolo ho dovuto chiudere il
libro, non riuscivo a continuare..
Mi è entrato nel cuore, è stato crudo, reale e forte.
L'autore ha realmente vissuto un anno come militare in Iraq, ma la storia che ci racconta è frutto della sua immaginazione; sicuramente l'esperienza vissuta in guerra ha aiutato a descrivere in maniera così reale ciò che provano i personaggi.
Ho deciso che non c'è nulla di meglio per capire davvero la bellezza di questo libro di qualche frase che vi faccia capire cosa intendo quando parlo di emozioni e di tristezza.
Ah, mi sono dimenticata di dirvi che questo è il romanzo d'esordio dell'autore e devo dire
Ho deciso di riscrivervi qui, la prima pagina, è poesia pura, davvero, leggetela e ditemi voi.
"La guerra provò ad
ucciderci in primavera. Quando l'erba tingeva di verde le pianure del Niwana e
il clima si faceva più caldo, pattugliavamo le colline basse dietro città e
cittadine.
Superavamo le alture e ci
spostavamo nell'erba alta mossi dalla fede, aprendovi sentieri con le mani come
pionieri, tra la vegetazione spazzata dal vento.
Mentre dormivamo, la guerra
sfregava a terra le sue mille costole in preghiera.
Quando arrancavamo, sfiniti, i
suoi occhi erano bianchi e spalancati nel buio.
Se noi mangiavamo, la guerra
digiunava, nutrita dalle sue stesse privazioni.
Faceva l'amore e procreava e si
propagava col fuoco.
Poi, in estate, la guerra provò a ucciderci mentre il
calore prosciugava dei colori le pianure."
Vincitore del PEN/Hemingway Award 2013 per il miglior
esordio.
Vincitore del Guardian First Book Award 2012.
Finalista al National Book Award 2012.
Tra i 10 migliori libri dell’anno per “The New York Times
Book Review”.
Visto che devo convincervi a tutti i costi, qui di seguito vi lascerò alcuni dei commenti di alcuni autori molto autorevoli nei riguardi di questo romanzo d'esordio!
<<Il miglior romanzo che abbia letto sulla guerra:
essenziale, incredibile, preciso, perfetto. Probabilmente è il libro più triste
che io abbia letto negli ultimi anni. Ma triste in modo importante. Dobbiamo
essere tristi, profondamente tristi, per quello che abbiamo fatto in Iraq.>>
Dave Eggers
<<Yellow Birds nasce dall’esperienza diretta,
trasportata sulla pagina con passione e intelligenza.>>
Alice Sebold
<<Questo libro sarà sicuramente letto e insegnato per
generazioni.>>
Philipp Meyer
Philipp Meyer
Io vi saluto, spero che questa breve recensione possa avervi incuriosito, perché davvero questo libro vale ogni singolo soldo, deve essere letto..
Se qualcuno lo ha letto, mi piacerebbe sapere cosa ne pensa e cosa ha provato alla fine del romanzo.
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